Locatelli, il derby e il cuore da tifoso per tornare a illuminare

Locatelli, il calo dopo Lecce

Una carica speciale con cui domani il centrocampista bianconero cercherà di dare una sterzata alle sue prestazioni, sottotono ormai da più di due mesi. L’ultimo 7 in pagella se lo è guadagnato il 21 gennaio a Lecce, quando la Juve era momentaneamente prima in classifica. Poi è arrivata una serie di nove insufficienze consecutive (anche nell’unica vittoria di quel periodo, il 3-2 sul Frosinone): 5.5 e qualche 5, una sfilza di partite dense di impegno e grinta, del consueto aiuto alla difesa, ma senza riuscire dirigere la manovra in modo neanche scintillante, ma neppure lucido. Penalizzato dalla crisi generale della squadra, certo, e dalla mancanza di quel prezioso aiuto nel fraseggio che Fagioli gli forniva l’anno scorso, ma non è che con la Nazionale negli Stati Uniti le cose siano andate meglio.

Locatelli, occhio a Vlasic

Sono andate un filo meglio, invece, contro la Lazio in Coppa Italia e contro la Fiorentina, dopo il fondo toccato con un paio di lanci completamente sballati sempre contro i biancocelesti in campionato. Due sufficienze, ancora lontane da ciò che la Juve si attende e che Locatelli puà dare, ma un piccolo segnale. Da cogliere e trasformare in una svolta domani, quando il suo contributo sarà, se possibile, più importante che mai: perché nella sua zona agirà l’uomo che accende il gioco granata, Nikola Vlasic; perché l’aggressività della squadra di Juric gli lascerà pochissimo tempo per gestire il pallone; perché quella stessa aggressività gli offrirà però lo spazio per servire i compagni alle spalle dei granata saliti in pressing. E per mandarli a segnare come facevano Del Piero e Trezeguet, quando lui esultava da bambino e scopriva che il derby è speciale.

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